Gli appassionati di architettura hanno un motivo in più per visitare Ravello. Venerdì 29 gennaio sarà infatti inaugurato l'Auditorium ideato da Oscar Niemeyer, l'architetto brasiliano che ha dato un'identità urbanistica a Brasilia, capitale dello Stato sudamericano sorta alla fine degli anni Cinquanta, e ha legato il proprio nome a celebri opere di edilizia civile come il Sambodromo di Rio.

La nuova struttura, che del Maestro carioca porterà il nome, nasce con l'obiettivo di destagionalizzare il turismo culturale che investe la cittadina della Costiera Amalfitana: il Ravello Festival - kermesse di eventi che spaziano dalla musica sinfonica al cinema, alle arti figurative - potrà insomma superare i tradizionali «vincoli» di calendario (da giugno a settembre) e abbracciare l'intero anno solare, diventando a tutti gli effetti un festival «senza fine».

L'auditorium vede la luce a dieci anni dalla sua prima ideazione. Quando l'opera fu progettata, Niemeyer era un «giovane» di 92 anni. Oggi ne ha 102 e continua a lavorare intensamente, sette giorni su sette, con un fervore creativo che forse non ha avuto pari in tutta la storia dell'architettura. Egli stesso ha dichiarato più volte che in questi ultimi dieci anni ha creato più progetti che in tutto il resto della sua vita precedente. Eppure, in quella vita precedente, ha firmato interi quartieri a Rio, a New York, a San Paolo, a Parigi, in Algeria.

Era il 28 maggio 2003 quando il Maestro, alla presenza del presidente Luiz Inázio Lula, consegnò ai vertici istituzionali della Regione Campania e della Fondazione Ravello il progetto definitivo dell'opera. In mezzo 72 mesi per avviare i lavori, 40 mesi per realizzarli e otto sentenze della magistratura che hanno annullato altrettanti ricorsi e denunce presentati contro la realizzazione dell'opera.

In mezzo un dibattito lungo e avventuroso tra detrattori e sostenitori di questa iniziativa così ambiziosa: da un lato l'associazione Italia Nostra che denunciava i rischi che la presenza dell'edificio avrebbe comportato per la salvaguardia del paesaggio della Costa d'Amalfi; dall'altro un agguerrito manipolo di intellettuali, politici e imprenditori amanti di Ravello (dallo stilista Elio Fiorucci allo scrittore Vittorio Sermonti passando per l'attuale ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta), pronti a sottoscrivere una missiva in difesa dell'opera. Perché in Italia, quando è in ballo qualcosa d'importante, ci si divide sempre dividere tra favorevoli e contrari.

Alla fine l'Auditorium si è fatto e aderendo all'idea originaria del Maestro carioca: creare un complesso architettonico non eccessivamente costoso, semplice e ardito al tempo stesso, capace di inserire nel paesaggio ravellese un segno inconfondibile ma non dissonante. Una sorta di riferimento visivo per chiunque guardi Ravello da lontano, presente ma non invadente, pronto a lanciare un richiamo intenso e amichevole, paragonabile a quello della Rondinaia: quest'ultima consacrata alla cultura privata, quello aperto alla cultura collettiva. All'Auditorium si accede da una piazza oblunga che consente di godere, al tempo stesso, lo strepitoso panorama e l'invitante edificio.

Nella sala, il posto per il pubblico sfrutta il declivio naturale del terreno mentre il posto per l'orchestra e il foyer sporgono arditamente nel vuoto come il palco di villa Rufolo, ma senza sostegni. L'esperienza musicale della cittadina cara a Richard Wagner è segnata da concerti all'aperto dove l'imperfezione acustica è compensata dalla sensazione complessiva di godimento cui, oltre alla musica, concorrono il paesaggio, il tramonto, il sublime.

L'Auditorium di Niemeyer non intende contrapporsi a questa esperienza, imponendo la totale rinunzia al paesaggio in cambio della perfezione acustica. Quest'ultima viene agevolata dall'edificio concavo come la perfetta cassa armonica di un mandolino: il paesaggio resta al tempo stesso godibile attraverso l'ampia vetrata di accesso nonché l'oblò che occhieggia dietro l'orchestra.

Dentro e fuori la struttura, tutto è curvo: si sa che Niemeyer odia l'angolo retto. Perciò qui in Costiera – per parafrasare il poeta Eduardo Galeano – ha creato un'architettura lieve come le nuvole, libera, sensuale, simile ai paesaggi delle montagne disegnate da Dio in un giorno in cui Dio pensava di essere Niemeyer.

 

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